Entro la metà di questo secolo il 57% della crescita demografica globale avverrà nell’Africa sub-sahariana, che arriverà a contenere il 23% della popolazione mondiale, ovvero 2,3 miliardi di persone circa. L’urbanizzazione del continente crescerà altrettanto rapidamente e andrebbe pianificata per evitare il proliferare di problemi sociali e ambientali tipici delle aree urbane dovuti ad esempio alla scarsità di alloggi adeguati e alla precarietà dei servizi di base e delle infrastrutture (strade e vie d’accesso, gestione dei rifiuti, fornitura d’acqua potabile, rete fognaria, drenaggio delle acque, energia, spazi verdi, ecc.). Senza un’adeguata pianificazione, si assisterà a fenomeni di marginalizzazione di molte aree urbane caratterizzate da una bassa qualità della vita.
Ed è proprio quello che osserviamo addentrandoci in molti quartieri di Beira, citta costiera del Mozambico. Al di là di alcuni assi di scorrimento principali e strade di quartiere, molte zone sono dei veri e propri labirinti con stretti vicoli zigzaganti in terra battuta, case precarie costruite l’una di fianco all’altra, carenza di infrastrutture pubbliche, canali di drenaggio delle acque spesso ostruiti, cumuli di spazzatura, zone soggette ad allagamento e sovraffollamento. Tanta gente, ma soprattutto tanti giovani e bambini.
Beira è anche una città in rapida trasformazione. Gli sforzi del municipio e delle autorità mozambicane, supportati da diversi partner di cooperazione, sono notevoli e concentrati soprattutto nelle opere di drenaggio delle acque, rete fognaria, protezione costiera, gestione dei rifiuti, pianificazione urbana e governance locale. MUDAR si inserisce in questo contesto: ha l’obiettivo di rafforzare le competenze gestionali e tecniche del Municipio di Beira in ambito di pianificazione urbana, per poter meglio affrontare le numerose sfide che la città dovrà affrontare nei prossimi decenni.
A questo proposito, MUDAR prevede una serie di cicli formativi per tutta la durata del progetto. La formazione è calibrata sulle necessità e i bisogno tecnici, amministrativi e gestionali del municipio ed è destinata ad assessori, dirigenti e tecnici. Ogni ciclo è disegnato con cura attraverso un dialogo serrato e continuativo tra il Centro per la Cooperazione Internazionale (CCI) e IFAPA – Beira (Istituto di Formazione in Amministrazione Pubblica di Beira), che si occupano della attività di formazione del progetto, e il comune, che ne è il beneficiario diretto. In questi ultimi mesi, due nuovi cicli di formazione si sono occupati di competenze, strumenti e approcci metodologici relativi alla gestione di progetti, programmi, e risorse umane.
Come detto, questo percorso formativo è volto a rafforzare le competenze amministrative, gestionali e tecniche del municipio ed è molto importante per trasformare i processi di sviluppo locale in azioni concrete e politiche pubbliche mirate. Queste competenze servono per le attività ordinarie e straordinarie che la municipalità deve affrontare nel quotidiano. Inoltre, saranno utili per la realizzazione del progetto pilota nel quartiere costiero di Macuti che è uno dei pilastri di MUDAR.
Ed è proprio a Macuti che in questi mesi abbiamo visto degli sviluppi significativi. Sono stati infatti costituiti alcuni comitati, coordinati dal Consorzio Associazioni con il Mozambico (CAM), a livello municipale e locale. Ciascun comitato svolge un ruolo differente, ma interconnesso agli altri, con il fine di creare una solida rete di dialogo tra staff di progetto, operatori, amministratori e popolazione, fondamentale per la buona riuscita del progetto.
Questo lavoro che nasce dall’esigenza di stringere relazioni su più livelli, è stato fondamentale per capire le caratteristiche sociali, ambientali e infrastrutturali del quartiere, e identificare le maggiori problematicità a cui MUDAR può dare risposta. È quindi attraverso questo processo partecipato che da una prima fase di raccolta dati si è arrivati all’adozione di un piano di sviluppo urbano di quartiere, elaborato dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento. Questo prevede tra l’altro l’individuazione di opere e servizi di rigenerazione urbana integrata che verranno realizzate in alcune zone ben definite di Macuti dal Municipio assieme alla comunità locale.
MUDAR cerca quindi di dare delle risposte concrete alle dinamiche di sviluppo urbano di Beira, cercando di migliorare le capacità di pianificazione e amministrazione del territorio. Il progetto non riguarda solo Beira, ma anche altre città del Mozambico, del continente africano e oltre. Le problematiche alle quali MUDAR vuole dare una risposta riguardano tutti noi. Per questo cerchiamo di raccontare il progetto attraverso vari formati e in vari contesti, in Italia, in Mozambico e altrove.
Sui canali Instagram e Facebook del progetto abbiamo seguito il lavoro di Osuonomio con cui stiamo lavorando per la realizzazione di un podcast di finzione per raccontare l’Europa agli africani e l’Africa agli europei con un linguaggio nuovo. Sarà una storia tra due mondi che per ragioni diverse, attraversano una stagione di grandi cambiamenti. E questi cambiamenti faranno da cornice alla storia, che sarà pronta nei primi mesi del 2024.
Nei prossimi mesi inizieremo anche la realizzazione di un reportage fotografico e video per raccontare con occhi nuovi una “periferia” di una città africana, Macuti, per testimoniarne i grandi cambiamenti in atto. Questo lavoro sarà presentato in una mostra che verrà realizzata entro fine progetto sia in Italia che in Mozambico. Inoltre, utilizzeremo le pagine social di MUDAR attraverso le quali racconteremo la quotidianità di Macuti, oltre alle attività di progetto in corso. Descriveremo la vita di tutti i giorni nel quartiere: le attività lavorative, le faccende domestiche, i momenti di svago e socialità in famiglia e con gli amici, la ricerca di risposte creative alle difficoltà del quotidiano, la moda e l’arte. Ma parleremo anche di alcune delle problematiche che caratterizzano il quartiere e la città, a cominciare dai frequenti allagamenti che sempre più spesso si verificano, anche a causa della crisi climatica che vede il Mozambico un hotspot a livello mondiale.
Di eventi climatici estremi e pianificazione urbana abbiamo parlato nel corso di una sessione dedicata a MUDAR al festival della Meteorologia di Rovereto, lo scorso 18 novembre, con l’intento di approfondire come promuovere uno sviluppo urbano sostenibile e l’adattamento alla crisi climatica in un contesto, quello di Beira, soggetto a frequenti cicloni e inondazioni.
Come visto, la partecipazione attiva della popolazione fa parte delle fondamenta di MUDAR ed è cruciale sia nel trovare soluzioni per promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici che per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile. Di partecipazione attiva della cittadinanza abbiamo parlato lo scorso ottobre in un evento a Trento, all’interno della Settimana dell’Accoglienza. Attraverso alcune testimonianze dirette abbiamo approfondito come l’arte, ed in particolare il rap e la fotografia, e la ricerca accademica, possano favorire i processi partecipativi che sono il motore del cambiamento sociale. Quel cambiamento che vogliamo favorire attraverso MUDAR.
Foto di copertina e altre foto di Paolo Ghisu